Cerreto Guidi (FI), 10 maggio 2020
Cara Camilla, ti scrivo in un tempo che ci presenta incertezze, e scrivere, per fortuna, mi aiuta a non sentirmi vuota.
La testa è come un frullatore che mischia ricordi e pensieri.
Lavoro su me stessa per trattenere quella parola, che spesso mi sfugge. È il coraggio.
Ho cercato dentro di me, in profondità e nell’anima per farlo emergere di nuovo. Ogni giorno ho portato alla luce un cambiamento, lento e fiacco.
Sono i giorni della quarantena. È tempo di stare in casa. Gli abbracci negati e le parole mancate non riescono a strappare il “velo” del silenzio.
Ho preso carta e penna, su invito della mia amica Gaia, e ti parlo di me. Scrivere è dare ascolto al cuore, fermarsi a sentire quello che mi vuole dire.
Mi chiamo Giovanna, vivo a Cerreto Guidi, un paese a dimensione umana, in provincia di Firenze. Ho una bella famiglia, due nipotini, ma mi manca lui, mio figlio Mauro. Avverto la sua assenza ancora di più in questo momento sospeso, che presenta sul nostro cammino tante salite e poche discese.
Due mamme, Camilla e Giovanna, scrivono un diario. È il dialogo al tempo della quarantena, tra le mura di casa, di due madri che non si conoscevano, ma le lettere che si scrivono hanno il potere di unirle. Arrivano a chiamarsi “amiche del cuore”. Nasce così “Il filo sottile del coraggio”, curato dalla giornalista fiorentina Gaia Simonetti, con un presente nella comunicazione del Museo del Calcio di Coverciano. Il libro è edito da Maria Pacini Fazzi Editore.
Da Cerreto Guidi, in provincia di Firenze dove abita Giovanna a Montemerlo, in provincia di Padova, paese di Camilla, poco distante da Vo', i chilometri e le distanze si annullano con la scrittura.
Il loro diario epistolare, che cresce con il supporto di mail e whatsapp, prende vita in una domenica speciale, il 10 maggio 2020, nel giorno della festa della mamma. È inaspettato e inatteso. “L’idea della raccolta di lettere parte dalla telefonata di un’amica che mi ha parlato della storia di Camilla- spiega Gaia Simonetti- che ha molte analogie con quella di Giovanna, che conosco per aver diviso una parte di dolore. Il cuore e il coraggio sono alleati fedeli. Insieme sono il punto di partenza. E di ripartenza”. Si raccontano della torta di mele appena sfornata, della poesia imparata a memoria dal nipotino, delle videochiamate con i familiari e del telefonino che fa i capricci. Parlano lo stesso linguaggio e scrivono di quanta strada hanno percorso “imbracciando “il coraggio. Hanno ancora occhi capaci di accarezzare il futuro e arriveranno a “conoscersi” attraverso le lettere e a promettersi un dono come l’abbraccio. Un abbraccio che riusciranno a darsi nel silenzio della campagna con il cuore che fa rumore e si fa sentire.