Prefazione di Lorenzo Spurio

La poetessa friulana Loretta Fusco, dopo il recente successo del romanzo al femminile teso a indagare la psicologia di due donne in apparenza diverse e in realtà così affini (Teresa e Blanca, 2018), consegna ai lettori una pubblicazione di poesie. Il libro, dalla struttura volutamente ripartita in varie sezioni, contiene le riflessioni dell’autrice sul mondo chiassoso d’oggi (le poesie civili), composizioni naturalistiche (in alcuni tratti sembrerebbero dei veri idilli), approfondimenti interiori (sorta di confessioni) e liriche appassionate dove i fili dell’amore e dei ricordi si coniugano in maniera inestricabile.

Poesia è riuscire a esprimere l’inesprimibile ed essere compresi pensando alla poesia come espressione invisibile che deve rispondere al linguaggio del cuore e contenere autentica partecipazione emotiva. Una poesia può non volere dire niente, nel senso che un testo poetico ha diversi livelli di comprensione e ciascuno deve trovarvi quello che non sempre è immediato ma va letto nelle pieghe dei versi, con le percezioni sensoriali di cui si dispone. Ecco perché il vero significato non esiste o il suo significato paradossalmente sta nel suo non significato. La poesia trascende il tempo e lo spazio, diventando il bene inutile più utile, allevia tormenti e dolori, eleva lo spirito e il bisogno di astrazione. La realtà disturbante viene affrontata a occhi e cuore aperti individuando al suo interno una possibilità per l’uomo di modificarla in un altrove. L’altrove atteso è il titolo di questa raccolta poetica che prende spunto dal verso di una poesia della silloge. Cos’è l’altrove? Secondo qualsiasi dizionario di lingua, sta ad indicare in altro luogo ma nelle intenzioni dell’autrice l’altrove non significa evasione, fuga dalla realtà bensì lo spazio in cui la realtà può ricomporsi e aderire a un ideale di bellezza.