Prologo
Isola d’Elba, maggio 2030
Era voluta tornare, ventidue anni dopo, solo per fargli visita.
Scendendo dal taxi, quella donna, elegante, raffinata, dall’aspetto giovanile, nonostante i suoi quarantotto anni d’età, si era accorta subito, guardandosi intorno, che il piccolo cimitero di Sant’Andrea, a picco sul mare dell’Elba, era stato abbellito con un corto viale sterrato di cipressi. Una ventina di metri, niente di più. Quattro piante da una parte e quattro dall’altra sul blu del mare e del cielo.
Era innegabilmente una straniera; il taglio orientaleggiante degli occhi e il marcato accento dell’est, ne erano i sicuri testimoni.
Si era soffermata un solo istante a guardarsi intorno; il cuore serrato nella morsa di una profonda, incolmabile tristezza. Quando si incamminò, recando con sé due boccioli di rosa gialli, lo fece con gli occhi
posati a terra e con il passo tipico di chi si appresta a fare visita a un defunto.
In un cimitero non si va mai in fretta né si procede troppo lentamente. Talvolta ci si sofferma attratti da una lapide o dal volto in una foto o da una data, ma il più delle volte si va diretti alla meta.
Nei pochi passi che percorse, sguardo e pensieri furono distolti da una signora anziana e distinta che, sorreggendosi a un bastone dal pomo d’argento, procedeva verso di lei con un incedere noto, sebbene lento
e difficoltoso. Riconoscendola, il cuore prese a batterle all’impazzata.
“Sandra! Oddio, come ti sei ridotta!”, pensò ricordando la donna che era stata tanti anni prima e provando una pena indescrivibile.
I loro sguardi si incrociarono, tristezza e dolore in entrambi; poi la più anziana distolse il suo senza riconoscere l’altra. Si voltò per osservarla. Camminava lenta, pesante, gravata da un dolore quasi palpabile che pareva farla cedere da un istante all’altro.
Sandra ... sarebbe andata a trovarla solo più tardi, per il momento desiderava raccogliersi indisturbata sulla tomba di Pieraldo.
“... e lui?”, si chiese con un’angoscia improvvisa, pensandolo vecchio e malandato. A dispetto delle previsioni, a dispetto della natura, a dispetto di tutti, gli sarebbe rimasta accanto. Fino all’ultimo.
Ma non era andata così.
Individuò immediatamente la tomba che cercava. Era la più nuova, quella con i marmi e le scritte ancora lucide, non ossidate, che brillavano al sole tra i colori dei fiori freschi. Si raccolse in preghiera un istante, posò le sue rose sulla lapide e baciò con il dito la foto dell’uomo che lo ritraeva sorridente e sereno.
Quando fu fuori dal camposanto, non salì subito sul taxi che
la attendeva, girò invece il muro del cimitero e andò ad accoccolarsi su un sedile in pietra affacciato sul mare.
Lo conosceva bene quel posto per esserci già stata con lui molte altre volte, quasi una vita fa. Erano soliti sedersi, uno accanto all’altra, a guardare il mare, a scrutarlo fino a farsi pungere gli occhi e ad immaginare il momento in cui fossero apparse le ombre scure e lente delle balene.
Rimase lì, bagnata nel sole del pomeriggio, immersa nelle onde del rimpianto di ciò che avrebbe potuto essere, ma che invece non era stato mai.
E mentre osservava la terra rossiccia ai suoi piedi, il verde intenso della vegetazione e il cielo davanti a sé, una mareggiata di struggenti ricordi si abbatté su di lei e, risucchiandola, la travolse, la fece rotolare tra i flutti e la imprigionò tra le spume bianche in un frizzante tripudio di sepiolitiche bollicine.
Descrizione
La storia di Irina e Valia è una storia purtroppo sempre attuale. Nell’Europa della globalizzazione, la caduta del muro di Berlino e di tanti tabù sessuali porta incredibilmente al ripopolamento delle nostre strade, sia urbane che suburbane, sia di giorno che di notte. Il colpevole immobilismo di tutti gli stati permette un flusso inarrestabile di droga e prostituzione: stavolta è l’Est che “ci invia” ragazze allettate dalla falsa ricchezza della nostra quotidianità, quella che irresponsabili mass media diffondono ogni giorno illudendo, prendendo in giro la gioventù di tutto il mondo. Russia, Bielorussia Ucraina, Romania, Albania i maggiori produttori. Per l’ennesima volta nel nostro globo un gigantesco lavaggio del cervello rende schiave le nuove generazioni e blocca le vecchie davanti a una costante produzione e proiezione di immagini. In vari studi televisivi, in ville e palazzi vengono convogliate le più fortunate, sulle strade le altre. Irina e Valia finiscono sulla strada.
Altre notizie
È il terzo romanzo scritto nel 2008. Una storia intensa che vede come protagonisti un medico in pensione e una giovanissima prostituta. Sullo sfondo oscuro il mondo della tratta delle donne dall’Est Europeo.
Ha ottenuto i seguenti riconoscimenti:
Primo Classificato al Premio Letterario “Città di Martisicuro” (TE) e al Premio Letterario “Rivalto-Roberto Magni” Rivalto (PI)
Secondo classificato al Concorso “Autori Italiani” Crotone
Terzo Classificato nel concorso “Mondo Libro XI Ed” Roma
Quarto Classificato al Premio Internazionale “G.Cingari” (RC)
Premio della Critica 2012 al Concorso “Massa città di marmo…” (MC)