IN CITTÀ
Il tipo in giacca e cravatta arriva un po’ ansante davanti alla porta a vetri smerigliati e lì si ferma, per riprendere fiato e per dare un’occhiata all’orologio che porta al polso destro. Quasi le undici, neanche tanto tardi per una domenica mattina.
Deve appoggiarsi con una mano allo stipite per il fiato corto che non riesce a trovare una via libera dai polmoni alla bocca, mentre cerca nella tasca della giacca qualche caramella balsamica. Sa di non essere in forma come una volta, ma non sente nessuna necessità di esserlo. È da tempo che non deve correre per le strade, sono anni che ha smesso di essere quello che era ed è un’eternità che…
Interrompe qui le sue riflessioni, tanto sa bene come andrà a finire, quindi le lacrime dopo, fra non molto ma dopo. Prova la maniglia della porta su cui campeggia la scritta di un rosso sbiadito JACK SLOANE-ASSICURAZIONI e con sorpresa vede che cede, l’uscio si apre e finalmente entra.
L’accoglie un ambiente luminoso che gli fa male agli occhi, il sole di tarda mattina entra a suo piacimento dalla finestra panoramica che lui sa affacciarsi su uno schifoso cortile con l’asfalto inesistente, su cui i ragazzi del quartiere hanno tracciato con vernice gialla alcune linee di demarcazione, non si capisce con quale criterio, ma che per loro sembrano andare più che bene per trasformare l’angusto spazio sia in campo da basket sia in stadio da calcio sia in ring per le numerose scazzottate che ingaggiano, non si sa quanto per gioco.
La scrivania che si trova di fronte è di un bianco immacolato che sembra riflettere come uno specchio quella pioggia di luce, tanto che per un attimo pensa di essere entrato in Paradiso, solo che il San Pietro che lo accoglie è molto più terreno: una biondina in tuta da ginnastica intenta a strofinare per terra con uno straccio.
Al suono del cicalino fissato sulla porta, che emette un indecente prot-prot ogni volta che si varca la linea di confine tra il corridoio semibuio e quella esplosione di luce, la ragazza si volta: i capelli le arrivavano fino alle spalle e nel movimento che fa le ondeggiano di qua e di là, un biondo non volgare rovinato solo alla radice da una ricrescita decisamente più scura.
«Buongiorno, signor Sloane.»
L’apparente tranquillità di Hellenbourg, cittadina al confine col Messico, viene sconvolta da strane sparizioni e atroci delitti. Jack Sloane, ex poliziotto tormentato dalla recente perdita dell’adorata moglie, viene coinvolto suo malgrado nelle indagini.
Figure inquietanti vagano per il paese, come la signora Bell e il suo socio Zeb, venditori di libri, o come Bubba Hogan, becchino con abitudini particolari.
In un crescendo di tensione, tra attriti mai sopiti e situazioni oniriche, si arriverà al resoconto finale, in cui si scoprirà la sconvolgente verità: nessuno è innocente!
Un thriller che sfocia nell’horror e che non mancherà di sorprendere il PROLOGO