La finestra sul porcile

Autore : Mike Papa
Anno di produzione : 2016
Casa Editrice : Epika edizioni
Genere letterario : Narrativa-racconti - Grottesco
Formato : Cartaceo




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LA DOLCE VIA

 

Pigsty Street è una strada stretta e in forte pendio che deve il suo pittoresco nome alla porcilaia che fino all’inizio del ‘900 era situata quasi al termine della discesa, nello spazio compreso tra lo svincolo verso la tangenziale e il proseguimento della via verso la Città Vecchia, una bella fetta di terreno dove adesso crescono indisturbati alberi ed erbacce.

Quasi tutti gli abitanti del quartiere avrebbero dato chissà che cosa per possedere un maiale, a quei tempi, ma pochi avevano un posto comodo dove tenerlo, se non la propria camera da letto (ammesso che avessero anche quella), così un amministratore illuminato creò questa specie di luogo pubblico dove chiunque poteva “parcheggiare” il proprio suino a patto che ne avesse cura. Per gli abitanti della zona fu una mano santa, per l’amministratore fu un buon affare, se non proprio una speculazione: il terreno affittato dal comune era di un suo cugino, che non avrebbe saputo che altro farne, e a far da guardiano alla porcilaia fu assunto un suo lontano nipote, piuttosto scemo ma non abbastanza da rifiutare un lavoro di tutta comodità, anche se non proprio di tutta pulizia. In aggiunta le baracche necessarie all’operazione furono appaltate a una ditta di carpentieri con vaghi ammanicamenti con la il consiglio comunale. Ma ai cittadini tutti questi intrallazzi non importavano: volete mettere poter allevare un maiale, in quei tempi di povertà, quasi gratis? Voleva dire avere carne all’incirca per tutto l’anno, salsicce, prosciutti e affini a costo quasi zero per sfamare i figli che si sfornavano a rotta di collo.

Cronache dell’epoca riportano episodi anche esilaranti: per paura di non riconoscere la propria bestia ognuno aveva adottato un metodo infallibile, chi gli aveva cerchiato gli occhi di blu, chi tagliato la coda, chi applicato un fantastico fiocco rosa al collo, uno addirittura gli aveva infilato un anello d’ottone nelle froge, ma dopo un anno di convivenza tutti i segni di riconoscimento erano andati a farsi benedire e il risultato era che a dicembre, giunta l’ora di macellare gli animali, tutti si accontentavano del primo porco che trovavano, bastava che somigliasse al proprio.

Ma un porco non assomiglia sempre a tutti gli altri porci?

Il misterioso Mitch trasloca in un appartamento di Pigsty Street e prendendo confidenza con gli abitanti del quartiere sarà testimone di storie di varia (dis)umanità.

Tredici capitoli, tredici racconti che spaziano dal noir all’horror all’umorismo, tutti filtrati dal cinismo del protagonista e “io” narrante.