Milano, lunedì 28 novembre 2022, ore 21:30.
Niente da fare. Mi ci vuole proprio una buona dose, o temo di non reggere. Ho un disperato bisogno del mio farmaco personale messo a punto in mesi di accurata sperimentazione, e ultimamente potenziato con una tecnica d’urto. Divano, musica soffusa, candele bianche, rametto d’incenso e un bell’infuso di tè verde, quello purissimo vegano nella miglior versione detox. Tocco finale: una fogliolina di menta fresca, per far sì che gli effluvi dell’aroma si uniscano ai vapori anti stress della resina e mi salgano su per le narici, come la droga più pura. Ecco, ci siamo.
Nel mio povero condotto auricolare, intasato dall’eco delle ultime urla del mio capo, le note del Buddha Bar riescono quasi per miracolo a farsi strada come un mantra dal potere ipnotico, allontanando per un po’ il ricordo dell’ultimo sopruso acustico.
Solo per poco, però. Del resto è normale, quando ti occupi di salvaguardare i diritti altrui, l’accettazione incondizionata della tua personale condizione di moderna schiava. Beninteso, senza che sia inclusa alcuna sfumatura ammiccante di rosa fucsia. Figurarsi la prospettiva di coltivare una qualsivoglia vita privata. «Così ti fai le ossa» ti dicono in sede di colloquio, e hanno pure la faccia tosta di riproporti il mantra sadico fino a dopo la menopausa, quando – si sa – il contrappasso dell’osteoporosi ti darà il colpo di grazia. È giunto però ora il momento di cambiare musica, mi dico, e di passare dalla resistenza passiva di stamani, all’innesco di una potente reazione a catena.
CITAZIONI:
“Da qualche mese a oggi sembrava che la mela della discordia avesse fatto ingresso nello studio legale Spelberg & Toffoli per destabilizzarne il normale clima scolorito e il tono funereo delle stanze. Quella mela rossa fuoco, guarda caso, ero proprio io.”
“In effetti, la posizione yoga del Primo Eroe riadattata al tribunale, perfetta per la palestra, poteva apparire alquanto eccentrica in quella sede, lasciandomi la gamba incastrata tra la scala e lo scaffale, e il fianco scoperto alle altrui angherie.”
E se un giorno una giovane avvocato di Milano, in piena carriera nel cuore della città della moda, si trovasse catapultata dal Tribunale al palcoscenico?
È quello che succede a Maria Antonietta De Angelis, frizzante protagonista di L’avvocato in guêpiére, il nuovo romanzo di Silvia Alonso in uscita il prossimo 19 febbraio con Rossini Editore e la prefazione a firma della celebre scrittrice Valeria Corciolani.
E’ un libro fuori dagli schemi che, con grande humor e brio, narra le piccole grandi battaglie del quotidiano:
“Essere una giovane professionista, significa doversi necessariamente piegare alla logica del compromesso?”
“Davvero le dinamiche lavorative impongono la rinuncia alla nostra parte più vera in cui risiede un’anima creativa? “
A volte la grande magia del caso (che non è mai un caso) arriva a sconvolgere piacevolmente la routine del quotidiano dettando nuove regole.
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