PROLOGO
Molte persone da un po’ di tempo mi chiedono come riesco a costruire i miei laboratori, che ormai da anni conduco presso la sezione soci Coop di viale Talenti a Firenze, in modo che siano sempre vari e stimolanti. I laboratori autobiografici seguono sempre le regole imparate nei miei percorsi formativi alla Libera Università dell’Autobiografia. Scrittura lettura, condivisione, ascolto, rispetto, accoglienza, sono parole chiave che formano un !lo rosso da seguire nell’ideazione e nella conduzione di un laboratorio autobiografico.
Le persone che frequentano il laboratorio sono in prevalenza donne, di tutte le età, di tutte le estrazioni sociali, con livelli di istruzione i più disparati. Si va dalla casalinga, alla psicologa, dalla nonna alla donna senza figli, dalla plurimaritata alla nubile convinta.
Frequentare il laboratorio per molte di loro è un po’ come tornare a scuola, il laboratorio di scrittura autobiografica diventa uno spazio educativo che permette di mettere in luce e recuperare alcuni itinerari di vita, incroci, fermate più o meno prolungate, incontri, avvenimenti, tutte quelle dimensioni vitali che diventano pedagogiche ed educative per donne aperte al cambiamento.
Nel laboratorio viene stimolato il confronto e lo scambio, che consente un arricchimento ulteriore della propria narrazione autobiografica, diventa uno spazio di confronto, a partire dai racconti di ciascuno e dall’intreccio di narrazioni che vengono portate nel gruppo.
Le narrazioni condivise generano “prestiti narrativi”. Il gruppo diventa aperto all’altra e alle altre e in esso si moltiplicano e si diversificano diversi punti di vista e altre prospettive. Si mette in moto un processo di cura e si favorisce un processo di auto-apprendimento e, quindi, di cambiamento.
Duccio Demetrio definisce il cambiamento come un’esperienza temporale più o meno lunga dalla quale l’adulto esce e si scopre capace di… amare diversamente, odiare diversamente, pensare diversamente, sentire diversamente, sopportare e vivere diversamente le traversie della vita.
L’essere “diversamente” è fondamentale perché implica un cambiamento, uno spostamento, un pensare diverso, spesso inedito.
Il concetto di cambiamento cerco sempre di applicarlo anche nella strutturazione del laboratorio, in cui come facilitatrice cerco di inserire uno spiazzamento che faccia uscire dalla routine e porti le donne a porsi delle domande, a fare ri”essioni a cui non avevano mai pensato, a guardare le cose dal di fuori, come dice Marianella Sclavi ad “uscire sul balcone” per avere una nuova prospettiva.
Il laboratorio autobiografico cerca di introdurre interferenze, attraverso le sollecitazioni di scrittura che, come interventi esterni, possono sembrare inopportune, sembrano una intrusione e una intromissione, ma scuotono e fanno la differenza tra una scrittura spontanea e quella prodotta in un laboratorio.
Io stessa quando penso a un nuovo laboratorio, lascio la mia mente libera e cerco di accogliere tutte le interferenza possibili che mi fanno scoprire nuove possibilità di scrittura. In genere nei mesi precedenti un laboratorio la mia mente lavora in sottofondo, come una musica di accompagnamento il pensiero autobiografico mi accompagna, e qualsiasi cosa che mi capiti di vivere diventa un pretesto per confrontarlo con nuove possibilità di sollecitazioni di scrittura. Il percorso di un laboratorio deve snodarsi seguendo un filo logico in cui il pensiero narrativo deve trovare un inizio e una fine, seppur temporanea.
Tutto può offrire spunto per costruire un percorso, A volte basta una frase, che viene lasciata cadere in una conversazione, per far iniziare a germogliare e a crescere un’idea creando una struttura narrativa che diventa a poco a poco proponibile. […]
"Il gioco dei contrari" racconta un laboratorio autobiografico sui generis, racconta come è nato e come si è sviluppato, racconta ciò che le donne che vi hanno partecipato hanno scritto in forma di petit-onze. Un laboratorio sfida, nato da un libro, come spesso nascono da libri i laboratori che Ada Ascari conduce. Una modalità di conduzione e scrittura un po' diversa che ha prodotto una scrittura autobiografica sincera e asciutta. Un gioco, ma un gioco molto serio, come è seria la materia di cui è fatta la vita.