Quando nacque, fu organizzata una festa che non si vedeva da secoli,
in quello sperduto borgo di montagna. Era da più di cinquant’anni
che non nasceva qualcuno. Erano tutti vecchi.
Il più giovane era un ex boscaiolo di settantasette anni, la più anziana
era una vedova di centoquattro anni. Era una donna, ovviamente.
Le donne vivono usualmente più a lungo degli uomini, alcuni dei
quali può anche essere che muoiano prima a causa dello stress che
hanno accumulato quotidianamente sotto i rimbrotti della moglie.
«Togliti le scarpe, ché sporchi il pavimento!»
«Vai a fumare fuori, ché i tuoi sigari puzzano peggio di un letamaio!»
«E metti le cose al loro posto, ché mi tocca sempre a me riordinare!»
Per le mogli, la perfezione della grammatica era infinitamente meno
importante dell’esigenza che avevano di affermare la loro supremazia
nella conduzione della famiglia.
La decana del paesino non aveva tiranneggiato nessun marito in vita
sua. Era una zitella contenta di esserlo e quasi sicuramente aveva
raggiunto la sua veneranda età proprio perché nessun uomo l’aveva
stressata con le sue scarpe sporche, il suo disordine incorreggibile, il
suo puzzolentissimo sigaro.
Quindi, l’età media in quel gruppo di casette s’aggirava sugli ottantasette
Erano sessantadue abitanti in tutto.
Questa raccolta di 31 racconti è il naturale completamento del precedente volume: Il bambino senza un nome, (PlaceBook Publishing), pubblicato nel febbraio 2020.Scritta per raccogliere racconti che non avevano ancora trovato una loro precisa collocazione nella mente dell’autore, inevitabilmente si è ritrovata sul sentiero dello spirito precedentemente percorso dal bambino, che aveva già attraversato il tempo e lo spazio. Il titolo nasce da uno dei racconti: È nato prima l’uovo..., che rappresenta in tutto e per tutto i principi pedagogici e la pratica didattica su cui l’autore stesso aveva fondato il suo insegnamento quand’era stato insegnante elementare.