A Roma c'è sempre il sole, dicono. Oggi piove. Non è un acquazzone, ma una di quelle piogge sottili che rendono inutile l'ombrello, perché le gocce si muovono a seconda delle minime correnti d'aria e ti entrano dappertutto. Non è un tipo di pioggia molto frequente da queste parti, appartiene a paesi e città più a nord. Oggi poi fa anche freddo e siamo costretti a portare i piumini; questo nonostante l'inverno stia per finire, secondo il calendario. Evidentemente nessuno l'ha avvertito che stava per finire. Poco importa tutto questo, siamo qui in Via Giulio Cesare e oggi c'è la resa dei conti. Va bene, voglio essere sincera con voi che leggerete queste righe, oggi è solo l'inizio della resa dei conti; me l'han detto tutti che la strada sarà invece ancora lunga e difficile. Così come del resto mi hanno detto spesso che esistono strade più semplici da percorrere per raggiungere il mio scopo. Strade che ho sempre accuratamente evitato. Perché le ho evitate? Domanda prevedibile, perché sono proprio quelle strade che hanno ridotto questo paese a essere la culla dell'ipocrisia; del fai ciò che vuoi basta che non lo dici, del capisci a me!, del finché la barca va, tu lasciala andare. Che ironia quest'ultimo motto sulle mie labbra! Io che ogni 16 tanto la devo cantare quella strofa, perché fra i tanti lavori che una ragazza deve fare in questo paese di precariato istituzionalizzato, nel mio curriculum c'è anche quello della cantante di un'orchestra da ballo. Ma questo non c'entra nulla e, a ogni modo, l'ironia ci vuole assolutamente nella nostra vita; in questo paese senza impazziresti, ti ritroveresti a sfogare la tua rabbia spaccando ogni cosa che hai davanti quando meno te l'aspetti e, allora sì, meglio riderci sopra finché uno ne è capace.