Parole in pietra. Sarà L'aurora

Autore : IMMACOLATA SCHIENA
Anno di produzione : 2019
Casa Editrice : Genesi Editrice
Genere letterario : Poesia - Poesia
Formato : Cartaceo
Quarta di copertina
Altre Notizie : Segnalazione de La Gazzetta del Mezzogiorno


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Parole in petra. Sarà l’aurora

Introduzione dell'autrice

 

In Parole in pietra la pietra ed i sassi non sono una semplice materia grezza, ma diventano esseri parlanti con l’osservatore attento. E in Come pietra la vita stessa diviene narrante attraverso di essi. Si instaura un dialogo a tre; tra la pietra, la vita e lo scultore prima ed il poeta dopo. Il risultato è una voce corale che echeggia lentamente, dapprima sussurrata, divenendo via via crescente fino a diventare urlo implacabile dell’artista che chiede pace e amore come in Libellula di pace e in La tempesta estiva. Occorre tanto silenzio per riuscire a carpire gemiti e suoni che emettono le cose che ci stanno intorno. Il silenzio permea l’opera intera e in Silenzioso silenzio esso, in un mondo frenetico dove prevalgono insensati rumori, diventa ricercato, come un amico, dall’uomo mosso dalla necessità di ritrovarsi che è tanto utile quanto necessaria. Talvolta però il silenzio è omertoso e soffoca la libertà rendendo l’essere umano schiavo delle ingiustizie, asservendole. Un silenzio, questo, che scaturisce dalla paura o dalla mancanza di fiducia nelle istituzioni sempre più assenti o sorde come in La via del pudore. La testimonianza diretta di ragazze violentate, stuprate, mi ha ispirata questo testo di incoraggiamento nei confronti delle donne che oltraggiate e offese nell’onore non denunciano. L’immagine di Dario esprime questo senso di perdita dell’onore con la mano al rovescio che soffoca la voce. Ma il silenzio uccide lentamente e si muore più volte in una società prevalentemente maschilista che nega alla femmina di Lei l’esercizio dei suoi diritti a causa di una mentalità che è frutto di un retaggio culturale. Il mio ruolo di insegnante mi mette in relazioni con diverse realtà. Diversi anni fa ho avuto in classe un ragazzo Enaiatollah Akbari. Dalla sua testimonianza, raccontata anche nel romanzo Nel mare ci sono i coccodrilli di Fabio Geda è nata Senza nome, una poesia che spinge il cuore

dell’uomo ben oltre la mente come in Il mio cuore non ci sta. Nel testo vado un po’, ma non tanto, oltre la realtà ed immagino che il protagonista muoia. Nessuno saprà mai il nome di questo ragazzo perché muore prima ancora di farsi conoscere. Sua madre lo ha accompagnato al confine, sperando una vita migliore per suo figlio. In Senza nome il poeta dialoga con il ragazzo venuto dall’oriente, che fugge la guerra e che in Italia trova la sua “vera pace” come in Oh beata morte. Il bambino muore prima, a causa della paura e pur trovando la pace in Italia, ad ucciderlo è stata la guerra. Dal suo silenzio si eleva un appello di pace. Quando Nizar ha letto questa storia, mi ha espressamente chiesto di rappresentarla in un trittico, e così è stato. Dario mostra nella sua opera il volto di un bimbo che attende, forse l’aurora. Ho conosciuto Nizar, ho ascoltato il suo appello: “aiutami a restituire il sorriso ai bimbi”, mi ha detto un giorno. Io ho accolto la sua richiesta. La voce di Nizar mi è entrata nel cuore, sento il pianto dei bambini privati del loro diritto a vivere. Non sono nato è dedicata a Nizar. In Siria vi è tutta la speranza di una rinascita di una terra lacerata e distrutta. Ho potuto ascoltare la testimonianza diretta anche di Liliana Segre, una nonna, rimasta bambina che ha perduto la sua infanzia nei lager di Auschwitz. Per lei, per tutti gli ebrei e per non dimenticare sono nati: Io vivo, Meno di zero e Pioggia di stelle. C’è una richiesta che sottende tutte le opere; la richiesta di amore. Solo l’amore può salvare l’uomo preservandolo dall’odio. Solo l’amore può fare dell’uomo e della

donna due esseri Unici e indissolubili come in Insieme.  L’amore permette la comunione universale. Si spera in un ritorno dell’uomo all’uomo come in Nostalgia. E in Padre nostro una preghiera corale, che tutto ciò che priva l’uomo della sua identità non accada mai più. In Il profumo della libertà, la libertà si mostra a coloro che ne sono privati o che non l’hanno mai conosciuta perché sono nati già schiavizzati da condizioni

sociali e culturali. Le pietre parlano, raccontano come le mani. Mi piace pensare che con questo libro, Dario, Nizar ed io prendiamo per mano i piccoli ed il lettore. Percorriamo tra la speranza e l’amore una nuova strada, accompagniamo per non fuggire, il lettore verso una un’altra destinazione sognata e desiderata, verso una nuova meta: L’aurora.

L’autrice.

 

 

      

  

 

Prefazione dell'editore

 

Ho incontrato Imma Schiena solo pochi anni fa ed ho imparato a conoscerla, veramente, attraverso le sue poesie dove racconta di profondi sentimenti, di amori e passioni oltre che di libertà e di bellezza.

Lei dice: “La poesia è per me linfa vitale, è un’im­plo­sio­ne esplosiva, è la mia fedele compagna di vita”.

La penna è lo strumento che usa per far parlare i più deboli.

Mi ha incuriosita il suo carattere forte e deciso e per cer­ti versi esuberante, ma in alcuni momenti timida ed emotiva.

Ho conosciuto Dario Caprioli di Brindisi e Imma mi ha detto timidamente: “Sai, è un bravo scultore”. Dopo aver vi­sto le sue opere, mi sono lasciata coinvolgere apprezzando l’amo­re per le sue bianche sculture di “pietra Gentile” tipica del luo­go. L’artista trae ispirazione dal mare. Per dare forma alle sue opere sceglie la pietra con cura quasi maniacale e con il col­tellino, con dovizia di particolari, plasma, graffia e le­viga fino ad ottenere piccole creature che si possono contenere nel cavo di una mano.

Imma mi parla di uno scultore siriano di nome Nizar Ali Badr, le cui opere sono immagini ispirate dalla sua Siria pro­fanata e distrutta. L’essere umano trae forza e dannazione per un mondo che va sempre ricostruito, ripensato e rimediato. Ec­­co che l’artista raccoglie piccole pietre e con la sua crea­tività sviluppa opere d’arte che raccontano non solo di esodi, di barconi, di orrori ma anche di gioia, di danze, di speranza e di pace, costruzioni che gravitano intorno ad una molteplicità di centri vuoti su supporti sospesi.

In breve nasce la magia di un progetto che un po’ per volta si sviluppa e si concretizza con l’allestimento di una mo­stra che si inaugura nel maggio del 2018 con le opere di Dario, Nizar e le poesie di Imma.

Delle sculture di Nizar, non avendo la possibilità di ri­cevere materialmente le opere, abbiamo dovuto esporre solo le foto inviateci via mail.

I tre artisti uniti dal medesimo intento danno vita ad un nuovo progetto. In Parole in pietra – Sarà l’aurora, i versi di Imma sembrano prendere corpo, assumere forma nell’im­magi­ne scultorea di Dario e di Nizar. Versi che scivolano, len­ta­men­te nell’anima divenendo esse stesse parole della pietra, li­berando con voce unisona la richiesta di pace e di amore chiu­sa nelle bocche dei più deboli. Attraverso le poesie di Imma ho notato quanto sia coinvolgente e trasversale l’a­mi­cizia tra gli artisti. I protagonisti creano una feritoia nel mondo che si apre nella profondità dell’anima, affidandosi l’uno all’altro come amici che creano l’amore richiamando la perenne necessità dei gesti.

 

Raffaella Spada