Il mastino di darwin

Autore : Alessandro Chiometti
Anno di produzione : 2016
Casa Editrice : Dalia edizioni
Genere letterario : Narrativa - Horror
Formato : Ebook, Cartaceo




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L’anfetamina che aveva in corpo permetteva a Tania di sopportare a malapena il freddo che attanagliava Perugia in quella notte invernale.

I ragazzi entravano e uscivano dal Black Rose nei loro giacconi pesanti e da dove era posizionata poteva vedere anche le nuvole di vapore acqueo uscire dalle loro bocche e dai loro nasi. La scena le fece sentire ancora di più il freddo. Cercò di allacciare meglio il suo minuscolo bomber nero ma la zip era già al suo punto più alto. Portava le calze sotto la minigonna, ovviamente, ma queste non potevano essere troppo pesanti, altrimenti avrebbe perso attrattiva per i suoi potenziali clienti ai quali piaceva vederla quasi nuda fin dalla strada. Lo stivale bianco di vernice poi non era certo la cosa più calda che si potesse desiderare in quella fine di febbraio che non lasciva intravedere l’arrivo della primavera.

Tania pensò che nella sua Ucraina non dovesse essere tanto peggio, forse era una questione legata all’aria diversa, ma non avrebbe mai creduto che con una temperatura sopra allo zero si potesse provare così freddo.

Tornò a osservare i ragazzi che entravano in quel nuovo locale della vita notturna perugina, maledisse mentalmente chi, due settimane prima, aveva aperto quel disco pub lungo la periferica via Settevalli. Quella zona se l’erano conquistata lei e Irina con mesi di arruffianamento e servizietti a Mikhailo; era un buon posto, rendeva bene e, nel fine settimana, si potevano avere anche venti clienti a sera. Ma adesso quella merda di locale… qualcuno si sarebbe presto lamentato che c’erano delle prostitute nelle vicinanze e sicuramente sarebbe arrivata qualche pattuglia a farle sloggiare. Di sicuro qualche stronza italiana che non sapeva come far tenere al marito l’uccello nelle mutande.

Guardò l’ora sul cellulare, erano le 1 e 20. Irina si era allontanata a bordo di una Punto dieci minuti prima, sarebbe passato ancora un bel po’ di tempo prima del suo ritorno. Anche se l’atto sessuale finiva per quasi tutti i clienti in fretta, gli italiani volevano sempre parlare un po’, prima e dopo. Non era il caso di rifiutare qualche parola, altrimenti non sarebbero più tornati.

Le macchine, di fronte al suo corpo in mostra, rallentavano sempre. La maggior parte guardava dal finestrino, qualcuno commentava sonoramente. Poi ripassavano due o tre volte, rallentavano ancora di più e, alla fine, si fermavano e chiedevano: “Quanto?”.

Tania ormai sapeva che almeno metà di quelli che chiedevano il prezzo la faceva salire, e non erano pochi. Con una prestazione base a cinquanta euro, cento per qualcosa di non convenzionale, portava a casa un bel po’ di soldi. Se era fortunata e trovava lo scapolone con la casa libera, poteva chiedere anche duecento euro. Se poi scattava il “fermati qui con me” significava, almeno, cinquecento euro puliti, una notte in meno sulla strada e un letto decente.

Senza dirlo a Mikhailo ovviamente, altrimenti l’avrebbe riempita di botte perché a casa dei clienti non ci si deve andare, era troppo rischioso, diceva lui. Anche se Tania dubitava che ci fosse qualcosa di più rischioso di Mikhailo e della gentaccia di cui si circondava. Negli ultimi tempi Mikhailo era diventato sempre più paranoico e non perdeva occasione per ribadire, con i suoi modi, questa regola.