Perché continuo a venire qui?
Cosa c'è in questo posto che mi attrae tanto?
Ogni volta che i pensieri non mi fanno dormire, che sia estate o che sia inverno, che piova o che il cielo sia stellato, mi ritrovo qui a perdermi nelle mie riflessioni.
Le Marlboro e una birra sono la mia unica compagnia in queste notti passate nell'ultima propaggine a sud dei Monti Martani, mi aiutano a mettere a fuoco i volti delle persone che ho conosciuto, di cui magari ho raccontato avventure e disavventure sulle pagine del giornale.
Perché sono le persone che contano!
La Storia, alla fine, è fatta da persone. E non da quelle “grandi”, quelle di cui le gesta vengono tramandate in libri dai titoli altisonanti come I grandi personaggi che hanno fatto la storia, ma dalle persone piccole, di cui nessuno parla, quelle di cui non si sa niente.
Il mare del resto è una moltitudine di gocce, ognuna fa la sua parte per renderlo immenso. E così è la storia degli uomini. Si mettano in pace le anime dei grandi condottieri, Achille, Alessandro, Giulio Cesare, Carlo Magno, Gengis Khan, Napoleone... senza i loro eserciti, sarebbero stati nulla.
Ma eccomi arrivato ancora una volta al mio posticino, lo annuncia la chiesa di Sant’Erasmo che, nonostante il buio, appare nitida grazie alla luna di stanotte. Questo edificio è sempre affascinante, è la classica costruzione di cui un regista di film horror si potrebbe innamorare. Rosoni che formano simboli esoterici, una pianta tozza, anomala per una chiesa.
Eppure non ci sono tante leggende sul suo conto; sarà che la gente di qua è sempre stata legata alle cose pratiche: prima contadini, poi operai. Di tempo per immaginare storie di fantasmi e altre superstizioni, gli abitanti del sud dell'Umbria ne hanno sempre avuto poco.
Ed ecco, superata la chiesa, apparire la conca nel suo splendore notturno: le sue luci, che viste da qui virano all'arancione dello smog sempre presente, le sue strade ampie e lineari che collegano la parte nord al resto della città... e laggiù, più lontana, Terni est, dove c'è il colosso che da centosessant'anni ha legato il suo nome a queste terre, l’Acciaieria.
Eccola là, la colata di acciaio che illumina tutto il cielo sopra l’est come se fosse giorno. Più lontane, le luci di Stroncone, di Miranda e laggiù di Narni, con la sua storia medievale.
Certo, non sarà la stessa cosa che guardare Roma o Los Angeles, ma la Storia passa anche da qui, cosa credete? Certo sono storie di provincia, che fuori dalla conca non ha mai sentito nessuno e che probabilmente nessuno sentirà mai, ma queste storie hanno la loro dignità.
Del resto, io sono un giornalista, e di queste storie sono testimone. Sì, lo so! I giornalisti d'oggi sono una brutta razza, quelli locali, poi! Sempre a inseguire una polemica tra l'assessore e il vescovo, tra il politico in cerca di visibilità elettorale e il partito, tra le associazioni in lite per un bando non assegnato.