CAPITOLO 2°
FEBBRAIO 2002
Mercoledì 13 – Notte
Durante la giornata si fermava spesso con il naso incollato al vetro azzurro del finestrone
che dominava l’ala nord dell’ufficio, perché da quella prospettiva il Tevere
gli sembrava straordinariamente pulito e immobile nel suo moto incessante.
L’illusione dell’acqua che scorre, lavando via la sporcizia dell’urbe e le colpe del
mondo, pur restando incontaminata e fresca. Forse per questo nelle città dove c’è
un corso d’acqua si respira un’aria diversa, come di libertà. Quella sera, però, in
assenza di luce, la lastra di vetro non avrebbe alterato l’aspetto del fiume che appariva,
se possibile, ancora più grigio e stagnante che visto da vicino.
Anche quel giorno il tempo era trascorso troppo velocemente.
Nessun rumore proveniva dalle altre stanze del secondo piano dello stabile. Certamente
tutti erano già andati via. Chi a casa, chi in giro per la città, ciascuno persuaso
di essere padrone del proprio tempo.
Lo sguardo si posò istintivamente sull’orologio da polso. Era tardi, come sempre.
Pochi, lenti movimenti. Avvio, chiudi sessione, arresta il sistema, OK: la soluzione
di spegnere il proprio Personal Computer era da sempre, per lui, segnale di resa
incondizionata. La giornata era conclusa per davvero, anche se il telefono sembrava
non essere d’accordo.
- De Marchi…
- Sono io, Lorenzo…
- Sarò da te in pochi minuti. Aspettami al solito posto, vengo a prenderti con la
- Sono anch’io con l’auto. Ufficialmente sono fuori Roma, lo sai.
Richiuse il cassetto e girò la chiave.
- Okay… parcheggiala nelle vicinanze della solita fermata della Metro e resta in
macchina. È molto tardi e vorrei stare tranquillo…
-Ma di cosa hai paura – la donna sorrise, stava già pensando al dopo. Il prima non
la impensieriva affatto.
-Di nulla, non preoccuparti.
-Non mi preoccupo, ma tu non farti aspettare troppo, grand’uomo…!
Lorenzo De Marchi, alias “LDM” dirigeva “Rock Sexy Mystics”, rivista Rock
d’avanguardia con sedi in Roma, Milano e Trieste: un obiettivo fortemente voluto e
raggiunto già da venti anni, quando il Rock stava perdendo la sua verve più autentica
a causa delle esasperazioni elettroniche, delle contaminazioni tecnologiche, di
una sorta di vuoto insomma che sembrava ormai governare la penna degli autori e
le mani dei musicisti.
Cinque anni prima della fondazione della rivista era un musicista ispirato e un giovane
uomo dotato di grande carisma che, pur essendo ormai prossimo a una molto
ordinaria laurea in Economia, riusciva ad attrarre a sé anche l’attenzione degli ambienti
più alternativi e anticonformisti. Alla fondazione della rivista era seguito un
periodo felice in cui aveva prodotto alcuni gruppi italiani della fine di quegli anni
settanta che tanti hanno amato e molti hanno ancora dentro il sangue. Musiche fatte
di passione per la ricerca e la sperimentazione, specchio di una generazione che
ardeva di vedere l’invisibile e spiegare l’inspiegabile.
Lorenzo a quei tempi sapeva ascoltare, guidare e ispirare. Essendoci senza esserci.
Poi era subentrato il cinismo di chi si lascia incantare dalle cifre a sei zeri. Si sa, il
successo quando ti coglie impreparato ti stravolge la vita, inquinandoti l’anima.
Al momento Lorenzo De Marchi era l’uomo numero uno dell’industria musicale
italiana, in procinto di consacrare il successo consolidato dalla sua rivista e dal suo
studio di produzione con l’avvio di un programma televisivo. Per i collaboratori
così come per i giovani artisti che si affidavano a lui con la tipica inconsapevolezza
di chi vuole tutto e subito, Lorenzo era il dio incontrastato che ad-nutum può eleggerti
alla sua destra o schiacciarti come un verme, prostrarti ai piedi milioni di persone
adoranti o precipitarti nell’abisso dell’anonimato.
In realtà era solo un uomo disilluso che da tempo aveva deciso di calpestare ciò che
nel suo primo e storico articolo risalente al 1982 aveva definito “delicata musicalità
dell’esistenza”, in favore di un atteggiamento più opportunistico, una filosofia della
menzogna che si accompagnava a un presenzialismo strategico e mai eccessivo.
Cose della vita.