SEMPLIFICARE
Immaginiamo di ottenere un confronto con un imprenditore italiano vecchio stile, un soggetto che rappresenta fedelmente le svariate migliaia di commercianti e imprenditori che costituiscono – con le proprie piccole e medie aziende – l’attuale tessuto imprenditoriale italiano. Immaginiamo che questo imprenditore abbia realizzato il proprio modello e abbia nel tempo sviluppato la propria impresa nel rispetto di poche idee, ma efficaci, che abbia consolidato una rete di fornitori, partner e clienti, che abbia selezionato, formato e sviluppato le maestranze, i profili medi e si sia attorniato di middle-manager che lo aiutano ad alimentare e a sviluppare al meglio la propria rappresentazione imprenditoriale, che nel frattempo ha assunto forme diverse, profili più o meno compatibili con i nuovi bisogni, con le mode, con la regolamentazione vigente. Immaginiamo infine che gli si ponga la questione dell’internazionalizzazione. È questa una persona semplice, fin troppo certa del proprio metodo, un uomo particolarmente refrattario ai formalismi e alle teorizzazioni: un uomo pragmatico.
- Cosa significa per lei internazionalizzare?
- Vuoi intendere “esportazione”?
- Può essere, vada anche l’esportazione. Cosa significa “esportare”?
- Io ti vendo ciò che tu mi chiedi e che ti serve, a condizioni concordate, nei tempi utili e nelle forme richieste dal tuo Mercato (o da tuo Cliente), al meglio delle mie possibilità.
- Bene. Ci sono altri aspetti che vorrebbe aggiungere? Altri servizi da inserire nella sua offerta?
- Intendi dire in aggiunta alla vendita?
- Certo: è quello che intendo.
- Ti consegnerò il mio bene (o servizio) funzionante (o conforme alle specifiche richieste), e mi assicurerò che possa funzionare (o essere garantito) per un determinato lasso di tempo che concorderemo assieme. Mi occuperò della manutenzione e dei ricambi: saranno disponibili presso un magazzino, localmente.
- È tutto?
- Le condizioni commerciali saranno previste nell’accordo, gli oneri finanziari li inseriamo nei costi… Per me è tutto.
- Bene, la ringrazio per il contributo.
L’imprenditore è stato essenziale, chiaro e preciso. Ha semplificato. Nella sua testa il concetto di “internazionalizzazione” è ben lontano dalle conseguenze semantiche che quel termine racchiude e – piuttosto – lui circoscrive all’esportazione, che meglio si attaglia alla sua testa, alla sua esperienza e alla sua formazione. Internazionalizzare = Esportare = Vendere e consegnare all’estero un bene (o un servizio) in analogia a quanto sono abituato a fare con la mia Azienda a casa mia, nel mio mercato, con le mie regole.
Questa semplificazione – per come ci è stata portata, ovvero nella forma di “sentence” – è abbastanza condivisibile e contiene in sé tutti gli aspetti di cui si discute in dettaglio in questo Volume, seppure in una forma embrionale. L’Imprenditore – in definitiva – sta affermando una verità, sta dicendo qualcosa di chiaro e condivisibile. L’unico aspetto che gli sfugge è la “complessità” della sua affermazione così semplice e lineare. La sua “sentence” – infatti – può essere considerata la “mission” del processo di Internazionalizzazione, come apparirà più chiaro al termine EXPORT MANAGEMENT Manuale di Internazionalizzazione d’Impresa della lettura di questo Volume. La compravendita – come riposa nella mente dell’Imprenditore – può essere effettuata secondo le sue più rosee aspettative: questo può accadere, una tantum, come eccezione che conferma la regola. Ma può accadere con maggiore frequenza, che il Business resti tronco, ovvero che all’opportunità centrata non segua nient’altro, oppure che per erogare il bene (o il servizio) nelle forme richieste (e attualizzabili nel rispetto delle leggi vigenti), si aggiungano costi “occulti” talmente elevati da rendere antieconomico l’intervento, la vendita vera e propria, il Business.
STRUTTURARE
Di seguito la proposta di analizzare pedissequamente – concetto dopo concetto – la “sentence” dell’Imprenditore, rappresentativo di quel gruppo di soggetti che tendono a “semplificare” processi attualmente molto più complessi di quanto possa apparire, per motivi che saranno chiari al termine.
Io ti vendo ciò che tu mi chiedi e che ti serve, a condizioni concordate, nei tempi utili e nelle forme richieste dal tuo Mercato (o da tuo Cliente), al meglio delle mie possibilità.
a) IO – Rimanda al concetto di “soggettività giuridica”: per erogare un bene (e – soprattutto – un servizio) occorre disporre di una “titolarità giuridica”; il soggetto che “Esporta” (chi vende, in concreto) deve possedere una ragione sociale che – conformemente alle leggi locali (paese target) e alla legge domestica (paese di provenienza) gli offra le cosiddette “prerogative di titolarità”, ovvero la possibilità concreta e legittima di offrire un bene (o servizio) e di venderlo/consegnarlo (erogarlo) al Cliente. Fatte salve determinate eccezioni, la vendita di un bene qualunque – oggi – attraversa processi complessi e non presenta solo problematiche logistiche e/o di spedizione, ma anche di altro ordine. La vendita di un servizio, inoltre, è intrinsecamente connessa alla presenza di una soggettività giuridica nello stato in cui il servizio viene erogato.
b) TI – Presuppone la presenza di un altro soggetto giuridico, sia esso persona fisica, sia esso persona giuridica (ovvero Società, preferibile al primo caso). La natura stessa della transazione richiede un lavoro preventivo di verifica delle caratteristiche e delle qualità soggettive/oggettive della controparte, siano esse meramente connesse alla disponibilità finanziaria (solvibilità, garanzie al credito), sia e soprattutto alla capacità tecnica (in caso di beni strumentali, di servizi, di altre tipologie di semilavorato che devono essere ulteriormente “lavorate” prima di trasformarsi in “bene finito”).
c) VENDO – Presuppone un accordo di compravendita, comunque lo si voglia intendere; si configura tra le parti un contratto teso all’ottenimento di una fornitura o di una prestazione in corresponsione alla quale il compratore dovrà pagare un prezzo (controprestazione economica). Questo accordo dovrà essere assoggettato a un Ordinamento Giuridico che non è igienico trascurare e pertanto dovrà essere oggetto di negoziato tra le parti e di stretta e chiara definizione.
d) CIÒ CHE – Definisce la natura e la sostanza della prestazione (bene, servizio, servizio integrato, appalto) e pertanto suggerisce la natura dell’accordo giuridico di compravendita che è sotteso e che ne disciplinerà l’esecuzione.
e) TU MI CHIEDI – Denuncia una richiesta, un’aspettativa da parte della controparte e pertanto riconduce a un mondo – quello del Mercato Locale – che presenta una dimensione, una tipologia, un’aspettativa di qualità/quantità, un’alternativa di fornitura (Player e Competitor), nonché una soglia di valore medio di prezzo sostenibile, che devono essere noti in anticipo.
f) E CHE TI SERVE, – Presuppone la presenza di una logica Biz-2-Biz (anche detto B2B: Business to Business), ovvero l’esistenza di un Mercato “tra operatori”, oltreché un mercato lineare Business to Customer, che presenta caratteristiche e prerogative diverse nel tipo di negoziato, di contrattualizzazione, di tempistiche e di prezzo, da valutarsi su basi quantitative e di impegno, tra le parti.
g) A CONDIZIONI – Rimanda alla necessità di negoziare ogni singolo aspetto dell’affare, da quello puramente economico (costi, prezzi), a quello logistico (spedizione, dogana), a quello amministrativo e contabile (fiscalizzazioni), a quello tecnico (fullfillments), a quello propriamente giuridico e contrattuale (garanzie, assicurazione, tempo/luogo di consegna, obbligazioni e “ancillary obbligations” cui far fronte tra le parti).
h) CONCORDATE – Racchiude evidentemente il cuore del Business e riconduce alla fase del negoziato tra le parti, che deve investire ogni aspetto che in qualche modo condiziona e influenza l’esecuzione della prestazione (bene/servizio oggetto della compravendita) e l’aspetto economico connesso a carico dell’offerente/fornitore (costi). È la fase più delicata dell’intero processo, ma chiaramente investe ogni momento della relazione con il potenziale Cliente/Partner.
i) NEI TEMPI UTILI – Rimanda alle esigenze specifiche del Mercato locale, tipicamente diverse da quelle cui si è abituati confrontandosi con gli acquirenti e i clienti del mercato domestico, ai cui tempi di consegna si riesce a far fronte con maggior semplicità per abitudine, processi consolidati, Supply Chain robusta e consolidata nel tempo, vicinanza fisica alla filiera (fabbrica) e al Cliente Finale (per eventuali confronti e deroghe alle condizioni del contratto d’acquisto sottoscritto nella sua forma originaria).
j) E NELLE FORME RICHIESTE – Le esigenze del Mercato locale – sensibilmente o significativamente differenti da quelle del Mercato domestico – dovranno essere appropriatamente “traslate” dalla funzione commerciale alla funzione tecnica e alla funzione di produzione, perché il bene/servizio offerto (prestazione) dovrà essere conforme alle specifiche tecniche proprie del Mercato locale, alle richieste specifiche del Cliente (cultura, linguaggio, colorazione, promozione, istruzioni, formazione, modello, misura, fisionomia), senza peraltro che venga snaturato nelle sue caratteristiche costruttive/funzionali precipue e caratterizzanti.
k) DAL TUO MERCATO (O DA TUO CLIENTE), – Rimanda nuovamente alle specificità del Mercato locale, che diventano “must” per l’Azienda che desideri internazionalizzare e che devono essere tenute da conto, piuttosto che volgarizzate o addirittura “trascurate” del tutto dall’azienda offerente.
l) AL MEGLIO DELLE MIE POSSIBILITÀ. – Denuncia la presa di consapevolezza della necessità di uno sforzo da parte dell’Impresa offerente, che dovrà applicarsi conseguentemente, dopo aver acquisito l’ordinativo dal Cliente del Mercato locale.
In definitiva ci si rende conto che l’applicazione di poche osservazioni ai singoli concetti che compongono la “sentence” dell’Imprenditore aprono su un dirupo di aspetti che – prima ancora di diventare problemi – rappresentano, ciascuno, oggetto di specifico studio se non addirittura materia di studio universitario. Laddove questi aspetti fossero ignorati – la qual cosa ancora troppo spesso accade, colpevolmente – rappresenterebbero un coacervo di difficoltà che genererebbe costi insospettabili moltiplicati dall’inerzia di porvi rimedio affidandosi a professionisti di settore (accade altrettanto spesso). Se – diversamente – si decide di affrontarli e gestirne le potenzialità costruttive e le minacce distruttive in anticipo, con metodo, allora produrranno il miglior scenario per un processo di internazionalizzazione progressivo e profittevole, nel medio/lungo periodo.