Raccontare, attraverso i versi, una storia eversiva. Questo è l'ntento, dichiarato e perseguito, di Francesco Di Domenico, in questa sua Giù, lì. O giù di lì. E quale storia è più eversiva di una storia d'amore? Giulia, musa presente e pensiero costante, ci viene raffigurata fin dall'nizio di questa raccolta, come una cartina fisica e politica, come a dire che lo spirito e la materia si con-fondono, si intersecano, contaminandosi a vicenda. Lontano da un modo di raccontare l'amore con canoni stilnovistici e sublimati, la narrazione di Di Domenico è spensierata e disincantata, perfino venata da un brio ironico. Mi piace pensare che questo sia l'amore del terzo millennio, un amore fresco e tutto da assaporare, come un frutto succoso in una calda estate, in cui ci si perde, assetati e assolati, in cui però, nel perdersi ci si ritrova.
Dalla prefazione