Garod annodò l’ultima strisciolina di pelle alla conchiglia rosata raccolta sulla spiaggia, una vera rarità trovata incastrata tra un cumulo di sabbia e scogli. Sollevò la collana ammirandola: era stato veramente bravo, l’avorio cadeva prezioso alternandosi a rare penne d’aquila, sua sorella Alka ne sarebbe stata orgogliosa. Assorto nel compiacersi non sentì i passi frettolosi di Balen che, con un gesto rapido, gli strappò il monile dalle mani per poi correre come un fulmine tra le tende del villaggio. Con uno scatto Garod si alzò gridando:

- Ridammela… Balen dammi la mia collana!

Ma sapeva che il ragazzino non sarebbe mai tornato indietro anzi, la certezza di averlo fatto arrabbiare gli avrebbe dato un motivo in più per continuare nello scherzo.

- Balen fermati! – Garod continuava a sbraitare mentre lo inseguiva - Se ti prendo ti faccio ingoiare un pesce vivo!

Balen sembrava avere le ali ai piedi, non si fermava davanti a nessun ostacolo zompava sulle teste dei bambini più piccoli, saltava le tinozze di argilla, scostavala carne essiccata che pendeva dalle corde tese tra le tende, urtando le donne che trasportavano l’acqua. Correva a perdifiato e Garod dietro che, nonostante fosse più grande, non riusciva a raggiungerlo. Poi, improvvisamente Balen si fermò, inchiodò i piedi sul terreno e strabuzzò gli occhi restando a bocca spalancata. Garod lo raggiunse trafelato:

- Ah, ti prendo finalmente! – E stava per recuperare la sua collana quando capì perché l’altro si era fatto catturare così facilmente.

A pochi metri di distanza Naran stava attraversando il villaggio, sulle spalle portava il drappo di renna color miele.

- Dove sta andando tuo padre?

- Da Papua.

- Perché?

- Stiamo aspettando un bambino.

- Quanto sei stupido… I bambini li aspettano solo le donne.

- Invece noi aspettiamo un bambino, è il mio fratellino. La mamma è una Donna Guerriera.

Garod afferrò la collana dandogli una spallata che quasi lo fece cadere:

- Lo sapevo già – Rise – volevo solo prenderti in giro. Se tuo fratello è dispettoso e fastidioso come te povero villaggio, non avremo più pace!

- Sempre meglio di due femminucce piagnucolose come le tue sorelle. La collana la regali a Sharan?

- No, l’ho fatta per Alka.

Balen trattenne il respiro, spalancò gli occhi, fissò il vuoto, mise la testa tra le mani e cominciò a disperarsi:

- Oh, no! Sharan ci rimarrà malissimo, comincerà a chiedere perché a lei no, perché vuoi più bene ad Alka, perché ce l’hanno tutti con lei che è la più piccina e… povera me povera me…- Balen aveva cominciato a farle il verso fingendo di piangere mentre batteva i piedi per terra.

- E finiscila! – Garod lo spinse da un lato per zittirlo. - E’ piccola, fa i capricci, proprio come te.

- Io sono il figlio del Capo Villaggio e faccio tutti i capricci che voglio.

- E io ti butto per terra e ti faccio prigioniero!

Un attimo dopo erano lì, a ruzzolarsi sul terreno giocando alla guerra, dove Garod alla fine vinceva sempre. Ma il mistero attirava più di qualsiasi altra sfida e bastò poco per distrarli.

- Guarda – Balen immobilizzato sotto il peso dell’amico ammirava rapito ogni minimo gesto dello Sciamano. - Chissà che gli sta dicendo….

Rimasero così, in silenzioso rispetto a guardare da lontano i riti magici di Papua. Quando Naran si alzò dirigendosi verso il fuoco, Balen si alzò con uno strattone e prese per mano l’amico trascinandoselo dietro.

- Dai, andiamo. 

Paleolithic è la storia degli antenati dei nativi americani, nella Siberia sud orientale, prima del passaggio attraverso la Beringia per raggiungere l'Alaska e, infine, l'attuale America. 

Primo di una trilogia, è ricco di colpi di scena, intrecci amorosi, amicizie, lotte per la supremazia e tradimenti in un mondo misterioso dove gli sciamani predicono iul futuro e il Grande Spirito gioca con il destino degli uomini.

Per chi non teme lo spoiler lascio il soggetto del primo capitolo che è solo l'inizio di un'incredibile avventura.